La tecnologia si fa sempre di più avanzata, tant’è vero che è possibile avere tra le mani i microcellulari, apparecchi telefonici così piccoli da passare inosservati anche dentro le carceri.
Cosa sono e quanto costano i microcellulari?
Generalmente, quando si pensa agli smartphone non si può non dire che siano stati una vera e propria rivoluzione: i primi erano quasi rudimentali, ingombranti e pesanti. Con l’avanzare degli anni, ovviamente, la tecnologia ha fatto notevoli passi avanti ed, anche questo tipo di dispositivo, ha preso nuove sembianze, diventando più leggero e sottile. Nel 2010, però, è stato fatto anche di meglio: infatti, sono stati lanciati i micro cellulari che, oggi, sono diventati un vero e proprio oggetto del desiderio tecnologico per molti. I microcellulari all’inizio avevano le dimensioni di tre carte di credito sovrapposte e, proprio per questo, erano anche soprannominati come “cellulari da portafoglio”. Come potrete ben immaginare, però, la continua ricerca della perfezione in un dispositivo come questo ha portato i professionisti a realizzare una versione più piccola: il micro smartphone più piccolo è lungo 7 centimetri, largo 2 centimetri e spesso solo 1 centimetro. Pensate, addirittura, che pesa 20 grammi con la sim già inclusa al suo interno. Questo microcellulare, quindi, non passa solo inosservato, ma addirittura è quasi invisibile! Come si può ben immaginare, è uno degli apparecchi più desiderati all’interno del carcere, poiché i detenuti possono rimanere in contatto con i parenti o, purtroppo, continuare a portare avanti i propri affari criminali, contattando i propri “sodali” rimasti fuori dalla prigione. Ma quanto costa questo tipo di micro-telefonino? In realtà, non è necessario spendere chissà quanti soldi: infatti, alcuni e-commerce lo propongono addirittura per 35 euro al massimo, ma si possono acquistare anche per 20 euro, naturalmente aggiungendo le spese di spedizione.
I microcellulari dentro le carceri italiani
Come avrete ben capito, si tratta di apparecchi talmente piccoli che, anche dentro le carceri, si cerca di introdurre: in questa maniera, i malavitosi possono comunicare con il mondo esterno, senza farsi notare. Pensate, addirittura, che proprio di recente la Polizia Penitenziaria a San Severo, in Puglia, ha scoperto che gli apparecchi venivano nascosti all’interno di croissant al cioccolato.